Tempo dimenticato: le “Ore Canoniche”

Ideate per ritmare lo scorrere del giorno dei monaci con la pratica benedettina “Ora et Labora”, hanno accompagnato le giornate del nostro passato contadino, per essere riformate con il Concilio Vaticano II (1962 – 1965) e dimenticate
Sull’antico e singolare campanile di Urbana in Padovanabassa, che porta incastonati marmi romani e medievali lisci ed incisi, fa bella mostra di se una meridiana in marmo bianco, che in passato divideva il tempo della luce del giorno secondo il canone benedettino, in abbinata con le ore “temporali”.
Quando sia stata messa li, a circa 7 metri di altezza nella facciata rivolta al sole, è difficile determinarlo, ma probabilmente proviene, come le altre pietre incastonate nella torre campanaria, dalla primitiva chiesa romanica altomedioevale, che a sua volta era stata costruita anche con materiale di risulta di qualche casa del tardo impero, abitate da famiglie di origine romana e poi abbandonate e demolite. Per inciso Urbana risulta portare il nome della V legione romana, chiamata “Vrbanae”, che si insediò nel territorio della Giurisdizione di Este dopo la Battaglia di Azio del 31 a.C. I soldati che vi parteciparono divennero coloni e la terra divenne la pensione per permettere loro di vivere con la propria famiglia.
San Benedetto disciplinò la liturgia delle ore dando forma alle “Ore Canoniche” distinguendo i tempi della giornata monastica, dedicati alla preghiera e alla vita comunitaria in 7 fasi
Allora il concetto del tempo partiva dal fatto che il sole fosse mosso dal Dio Sole (Sol invictus) che dettava misteriosamente il ritmo del giorno e della notte, delle stagioni e degli anni, convinti, come erano gli antichi, che esso girasse attorno alla terra, e dalle ombre generate l’uomo incominciò a dividere il tempo della luce in ore. Ma essendo il tempo della luce maggiore d’estate rispetto all’inverno le ore risultarono ineguali o “temporali” e avevano una durata diversa secondo le stagioni.

Le ore canoniche introdotte da San Benedetto ricalcavano l’uso di recitare preghiere, in modo particolare i salmi del salterio, ad ore prestabilite: ad esempio nel libro degli Atti si riporta che Pietro e Giovanni andavano al tempio per la preghiera pomeridiana. Il salmo 119 dice: Sette volte al giorno ti lodo per la tua giusta legge
Le ore temporali rimasero in uso per secoli finchè San Benedetto (480 – 547) disciplinò la liturgia delle ore dando forma alle “Ore Canoniche” (da canon, regola) distinguendo i tempi della giornata monastica, dedicati alla preghiera e alla vita comunitaria in 7 fasi, come la pratica ebraica riportata nel salmo 119 degli Atti che recita: “Sette volte al giorno Ti lodo per la Tua giusta legge”.
Le ore Canoniche
Le fasi che riportiamo sono con orario approssimativo, variando la lunghezza delle ore del giorno secondo le stagioni
· All’alba (0re 5.00): Mattutino e Lodi
· Alle 6.00: Ora Prima
· Alle 9.00: “ Terza
· Alle 12.00: “ Sesta
· Alle 15.00: “ Nona
· Al tramonto: Vespri
· Alle 21.00: Compieta
In pratica vennero divise le ore temporali in gruppi di tre ore ciascuna e le Ore Canoniche rimpiazzarono le ore ereditate dai romani anche nelle vita pubblica che le adottò, e soprattutto ritmarono il lavoro dei campi allorquando, al suono della campanella, ci si fermava per una preghiera di ringraziamento, un segno di croce, una merenda o il pasto a mezzogiorno, e un breve riposo e così via.
Anche il salario dei braccianti agricoli rispettava questi intervalli, venendo pagati di tre ore in tre ore, fino a non molti decenni fa.

Angelus: JEAN-FRANÇOIS_MILLET, “L’Angelus”, 1857-1859, conservato al Museo d’Orsay di Parigi.
Le Ore Canoniche ritmarono il lavoro dei campi. Al suono della campanella ci si fermava per una preghiera di ringraziamento, un segno di croce, una merenda, il pasto a mezzogiorno o un breve riposo
Mi ricordo la sveglia e il vociare leggero dei miei genitori al suono del “mattutino” e degli altri componenti la famiglia per: vestirsi, lavarsi il viso in camera, scendere lesti le scale, fare colazione con latte, caffè di orzo e pane raffermo e, dopo la recita dell’Angelus con i miei nonni, gli uomini di casa raggiungere le “opere” che già erano presenti in corte, per partire per il lavoro nei campi.
Intanto io, che durante il lieve trambusto facevo finta di dormire nascosto dalle coperte, giravo fianco alla ricerca di riprendere un leggero sonno! Durante le vacanze scolastiche venivo svegliato verso le otto da mia madre per far colazione e portare la sporta con la merenda a mio padre in fondo ai campi per la sosta delle nove, dopo tre ore di lavoro suo, di Ivano l’operaio, e delle vacche che finalmente, tolta la museruola, potevano brucare l’erba fresca della capezzagna ancora umida di “sgoazza”. Dopo un segno della croce rivolti verso il campanile, si sedevano in riva al fosso e facevano “marenda” con quello che di stagionale offriva la cucina. Il classico bottiglione di vino annacquato dava il resto di energia per arrivare a mezzogiorno, riportare in stalla le vacche, rinfrescarsi con l’acqua del pozzo e sedersi a tavola per il pranzo, recitando prima una breve preghiera insieme a tutta la famiglia. E poi il riposo, questa volta a letto!
Il sole era ancora a picco, quando alle 15.00 (Ora nona, sempre segnalata dalla campanella) si riprendeva il lavoro, senza le vacche che continuavano il riposo in stalla, in attesa di allattare il vitello e di essere munte verso le 18.00. E lì ci stava un’altra “marenda”, con zucca cotta o con gli avanzi del mezzogiorno, per completare il lavoro fino a quasi il tramonto, in vista dei Vespri che preannunciavano la buia notte.
Nessuno portava orologi da taschino o da polso; la giornata era regolata dal cammino del sole e dal suono delle campane che venivano azionate quando il campanaro vedeva il gnomone (l’indice o asta in ferro) della meridiana proiettare la sua ombra sul segno delle ore canoniche. Solo quando c’era la trebbia in corte il “macchinista” usava l’orologio per le soste, dato che il frastuono del Landini e della trebbiatrice non consentivano di sentire le campane, ma anche senza orologi e senza rintocchi gli operai, all’avvicinarsi della sosta, avevano già rallentato il ritmo! Erano ormai programmati a sopportare la fatica a tempo! Tre ore!
Nessuno portava orologi da taschino o da polso; la giornata era regolata dal cammino del sole e dal suono delle campane che venivano azionate dal campanaro
A complicare questo mondo “eterno” ci si è messo, a periodi alterni, lo Stato Italiano, con le Ore Legali. Nate nel lontano 1916, pur con periodi di non applicazione, hanno disturbato il mondo contadino che per decenni non le ha mai accettate preferendo continuare con i ritmi che oramai erano naturali del sole e delle secolari ore canoniche, per cui i campanili di campagna suonavano mezzogiorno due volte, a mezzogiorno legale (ma nessuno lo considerava!), e a mezzogiorno solare, quello giusto!

Il Riposo, GIOVANNI FATTORI, 1887, conservato alla Pinacoteca di Brera, Milano
Ma i tempi stavano cambiando anche nei campi, intanto a scuola bisognava rispettare l’orario ufficiale che non variava col variare della luce; dalla Cresima il regalo che noi abbiamo ricevuto dal “santolo” è stato un orologio da polso placcato d’oro, quasi per introdurci in un mondo suddiviso artificialmente; con l’arrivo della meccanizzazione e dei trattori con i fari, anche l’uomo-contadino si è impadronito della notte; la televisione è entrata pian piano nelle case con programmi a orari prestabiliti, uguali tutte le stagioni; i momenti di ringraziamento al Sole, a Dio: dimenticati; e anche la riforma delle Ore Canoniche operata dal Concilio Vaticano II per renderle più vicine all’uomo che voleva diventare moderno, è scivolata nel dimenticatoio e nell’oblio che sembra guidare il momento attuale, che non riconosce più le gesta, giuste o sbagliate ma sopratutto legate alla natura e alla stagionalità, di chi ci ha generato!
Ma la Storia si ripete, ci dicevano, chissà! Intanto, in questa previsione, ad Urbana la meridiana c’è già, basta installare il gnomone e trovare il campanaro disposto a suonare il “Mattutino” delle 5.00, e non ditemi che ci sono le campane elettriche programmabili. Non sarebbe la stessa cosa!