Zanarotti, un secolo di passione per le cose buone
Prima il panificio, poi dal 2000 la poliedrica Hostaria in centro a Montagnana: locale che oggi è anche un ristorante dall’atmosfera familiare vocato alla tradizione. Con un pizzico di fantasia
Hostaria Zanarotti, un secolo di tradizione! Cento anni di impegno nell’arte della panificazione e da quasi vent’anni anche al banco dell’osteria, anzi dell’Hostaria: un altro aspetto ‘gustoso’ di Montagnana, patria di uno dei prosciutti crudi migliori d’Italia. La famiglia Zanarotti ha il merito di aver innovato per prima nella zona il concetto di osteria, proponendo in tempi certo non modaioli quel concetto di “tanti locali in uno” che ora va per la maggiore. A due passi dalla piazza, dove già si affacciava il panificio, dal 2000 Zanarotti è anche: ristorante, enoteca, osteria e pizzeria… Locali separati ma che in un certo senso costituiscono un originale unicum. Papà Antonio aveva un’osteria a Borgo San Marco, frazione montagnanese più lontana, quindi si può parlarare di eredità raccolta.
Arturo Zanarotti, il volto più familiare dell’Hostaria, ama la tradizione. Ogni anno dedica anche un concorso ai salami di fattura casereccia. All’Hostaria si mangia bene, piatti preparati con prodotti genuini e di qualità. Arturo si diletta a proporre sempre qualcosa di nuovo e di originale, come l’asparago “risottato”, guarnito con la mimosa d’uovo, piatto che lo scorso anno ha vinto un premio in Istria. Nel 2001 venne premiata una sua focaccia. A proposito il panificio è ancora attivo: lo seguono Andrea (fratello di Arturo) con la moglie Sabrina e mamma Elsa.
Un ruolo di riguardo nel menu dell’Hostaria ce l’ha sempre il prosciutto crudo dolce a marchio DOP del Consorzio Veneto Berico-Euganeo. Accoglienti le salette tipo casa privata, che dalle finestre offrono pittoreschi scorci di Montagnana.
Alla cucina del ristorante (che – così com’è oggi – è attivo dal 2012) pensa proprio Arturo Zanarotti (per un periodo c’era anche il figlio Enrico, che ora sta affrontando la sua esperienza altrove). La cifra stilistica di Arturo è semplice, non ha bisogno di decodificazioni particolari. Usa prodotti ben selezionati e genuini, gran parte dei quali del territorio. La tradizione è il suo terreno di espressione preferito. Fra gli antipasti figurano infatti le sarde in saor e il prosciutto crudo dolce prodotto da un artigiano di Pressana; fra i primi gli gnocchi rivisitati, ovvero alla Montagnanese (con il crudo sopra), il baccalà e i bigoli alle acciughe (anche se sono quelle del Cantabrico); fra i secondi il coniglio “in tecia”, i moscardini alla “busara” e il rotolo d’oca con i piselli.
Noi abbiamo potuto apprezzare i famosi asparagi “risottati” con la mimosa d’uovo, convincenti per ingredienti, amalgama di gusti e per composizione estetica del piatto. Di stagionatura adeguata il buon prosciutto servito per antipasto e buona anche la carne della tagliata scelta come secondo: lo si vede anche dal colore che la cottura è stata corretta. Dolci tutti fatti in casa: a un mastro fornaio con la passione per la pasticceria non si insegna l’abc.
Carta dei vini che valorizza il menu. Presenti anche etichette locali, alcune delle quali sono quelle della casa: le distingue il curioso marchio “Sata” che era il soprannome di papà Antonio. L’Hostaria Zanarotti ha ospitato negli ultimi anni anche alcuni corsi di formazione, con attenzione particolare a quelli dedicati al vino. Una passione per il Food & Wine davvero senza confini.