L’Adige è uno dei fiumi che più hanno contribuito alla formazione di questa terra. Il costante apporto di detriti, di sabbie e di acqua dolce ha sicuramente concorso nella formazione degli ambienti della laguna di Venezia, anche se non vi sbocca direttamente, come di sicuro ha inciso su quella del Delta del Po, più a Sud. La caratteristica principale della fascia costiera pianeggiante dell’Alto Adriatico, infatti, è la sua incerta definizione e la sua continua evoluzione. Per migliaia di anni le variazioni del livello medio del mare si sono combinate con gli apporti dei fiumi in modo da formare un discontinuo avanzamento della costa, interrotta da un eccezionale sistema di foci, estuari e lagune. La retrostante campagna è figlia degli stessi millenari processi e al lavoro instancabile dell’Adige oggi si sovrappone quello degli ortolani di Ca’ Lino, in quanto il Radicchio di Chioggia Igp coltivato qui cresce sulle sabbie e sui minerali che le sue acque hanno trasportato lungo tutti i 410 chilometri del suo corso: da Passo Resia, in alta Val Venosta, a qui, dove il suo letto si perde nella corrente del mare. Un prodotto non può che essere figlio della terra che gli ha dato vita e nutrimento, rendendolo unico e inimitabile. Ma la storia dell’Adige è anche una storia di commerci, la sua asta, come quella del Brenta del resto, è sempre stata usata come via di comunicazione e di trasporto verso le città dell’entroterra per il commercio del sale, Venezia aveva il monopolio del Sal Clugiae, o dei legnami che dall’Alto Adige raggiungevano la città marciana attraverso un mondo fatto di dogane, di porti, di attracchi, di zattieri e zattere, di burchi, strade alzaie da dove gli uomini facevano risalire la corrente alle imbarcazioni trainandole con i cavalli. La fluitazione di natanti partiva dal porto di Bronzolo, presso Bolzano, attraversando San Michele all’Adige, Trento, Borgo Sacco (nelle vicinanze di Rovereto), Pescantina, Verona, per sfociare qui a Porto Fossone, a due passi dal centro di Chioggia.