I “monumenti” geologici dei Colli Euganei

Il concetto di monumento naturale si è affermato negli ultimi decenni soprattutto con una finalità di tutela del paesaggio. Nei Colli Euganei vi sono molte strutture geologiche peculiari, che per il loro valore estetico e per l’interesse scientifico rientrano in pieno in questa categoria e per questo sono da considerarsi patrimonio della collettività
Articolo a cura di Franco Colombara
I Colli Euganei costituiscono l’estremità meridionale di una dorsale rocciosa profonda, che collegando le Piccole Dolomiti, i Monti Lessini, i Colli Berici e gli stessi Euganei, si protende nella Pianura Padana. Il distretto euganeo però si differenzia geologicamente dal resto della dorsale, sia per le rocce vulcaniche che lo costituiscono, sia per la peculiare morfologia, caratterizzata da forme coniche e piramidali.
I Colli rappresentano un unicum geologico e paesaggistico nell’ambito delle Prealpi Venete e pertanto, già nel loro insieme, si possono considerare un “monumento naturale”.
Il concetto di monumento naturale si è affermato negli ultimi decenni soprattutto per finalità di tutela dei beni naturalistici; con questo termine infatti si indicano elementi naturali di vario tipo – conformazioni geologiche, alberi secolari, ambienti particolari – che presentano valore estetico e interesse storico e scientifico tali da renderli patrimonio della collettività.
Tra le conformazioni geologiche ad esempio, possono assumere importanza monumentale formazioni rocciose che presentano particolari fenomeni geomorfologici, giacimenti minerari e fossiliferi, cascate, cavità carsiche, massi erratici, ecc.
Nei Colli Euganei vi sono molte strutture geologiche peculiari, riconducibili a fenomeni geomorfologici diversi, che per il loro valore estetico e per l’interesse scientifico a buon diritto presentano le caratteristiche di monumento naturale e pertanto dovrebbero essere oggetto di particolare tutela e valorizzazione.
Nel presente articolo riporto la descrizione dei più notevoli siti geologici (geositi) euganei che possono essere considerati monumenti naturali.
Le roccette del Ceva (Battaglia Terme)
Il grupo Monte Ceva – Monte Spinefrasse è formato da un potente accumulo di brecce latitiche , sovrapposto ad un banco di brecce e tufi riolitici. Le brecce sono costituite da frammenti angolosi di roccia vulcanica, di dimensioni variabili da pochi millimetri a più di un metro, inglobati in una matrice della stessa natura. La genesi di tali brecce è riconducibile a fenomeni di autobrecciatura provocati dal brusco raffreddamento della parte periferica di un corpo lavico formatosi da una eruzione vulcanica sottomarina. Successivamente, da quando i Colli sono definitivamente emersi dal mare, l’erosione ha aggredito fortemente queste rocce poiché la matrice che cementa i vari elementi è piuttosto tenera. E’ questo il motivo per cui si sono formate profonde incisioni e l’isolamento di grandi pinnacoli, come quello sul Ceva.
La struttura colonnare del Monte Brusà (Luvigliano)
Il corpo montuoso di Monte Brusà è costituito da una roccia vulcanica molto ricca in silice, la riolite. L’apertura di una grande cava ha messo in luce la struttura interna del colle, che presenta una tipica fessurazione colonnare. Tale struttura si riscontra frequentemente nelle colate laviche e in altri apparati vulcanici ed è dovuta a fenomeni di contrazione che avvengono durante il raffreddamento del magma.
Nel fronte cava di Monte Brusà si può osservare un altro fenomeno geologico molto interessante: la massa riolitica, costituita da prismi perfettamente paralleli, è attraversata da un filone basaltico, anch’esso parallelo alle linee di frattura.
La cascata di Schivanoia (Castelnuovo di Teolo)
La struttura geologica che origina la graziosa cascatella di Schivanoia è un tipico filone strato, il più significativo di quelli presenti nei Colli Euganei.
Il filone strato si forma in seguito ad una intrusione in giacitura concordante all’interno di rocce sedimentarie stratificate. Nel caso specifico si tratta di un filone di latite penetrato tra gli strati delle Marne Euganee. La latite, molto resistente all’erosione rispetto alle marne incassanti, ha determinato la formazione di un gradino morfologico di parecchi metri di altezza, intercettato dal Calto Contea che in questo punto origina la cascata.
In passato il salto dell’acqua à stato sfruttato per azionare un mulino, del quale rimangono alcuni muri perimetrali.