Piccole invasioni di specie aliene, ma non sono UFO

Gli ultimi inverni sono stati caratterizzati dalla presenza di specie di uccelli che raramente raggiungono le nostre latitudini. Le protagoniste di questa stagione fredda sono state le Peppole
Nel periodo invernale molti allestiscono mangiatoie per far superare i rigori dell’inverno e le carenze alimentari ai nostri amici pennuti. Alcune specie sono abbastanza comuni come commensali di queste risorse artificiali con alcune fluttuazioni di anno in anno. Sicuramente tutti hanno visto i Pettirossi venire a nutrirsi anche delle briciole quando scuotiamo la tovaglia all’aperto o le Cinciallegre che approfittano dei semi di girasole messi a loro disposizione e di cui sono particolarmente ghiotte. Osservando gli ospiti degli ultimi anni gli appassionati di natura avranno notato che numerosi uccelli della stessa specie sembrano invadere alcune delle nostre zone dove di solito non sono presenti e che magari non rivedremo per molto tempo.

Organetto
Nell’inverno del 2017-18 la pianura veneta è stata interessata da un’invasione dei piccoli Organetti, uccelli montani che arrivano in pianura raramente e con numeri limitati. Sulle Alpi italiane questo uccello è legato in particolare ai boschi di conifere, con una certa predilezione per il larice, prediligendo i versanti umidi e freschi. In quell’inverno molti esemplari hanno effettuato una migrazione altitudinale, spostandosi a quote più basse fino al mare.
Nell’inverno del 2017-18 la pianura veneta è stata interessata da un’invasione dei piccoli Organetti, uccelli montani che arrivano in pianura raramente
Trovato il cibo adatto sono rimasti a lungo nella zona e spesso si presentavano per mangiare in orari prestabiliti i semi di conifere e betulla ma non disdegnavano anche i capolini delle asteracee, presenti negli incolti. I mesi a cavallo tra il 2018-19 hanno visto una predominanza dei Cardellini, di cui ho parlato nell’ultimo numero del magazine, con delle notevoli fluttuazioni numeriche durante i mesi invernali.

Cardellino
Dall’aspetto inconfondibile non ama posarsi a terra, dove a causa delle sue caratteristiche fisiche appare goffo, mentre staziona spesso su rami e quindi le mangiatoie sospese sono state molto gradite. In quel periodo come di consuetudine si accompagnava ad altre specie come il Verdone, con i quali di solito condivide le aree di raccolta del cibo.
Il protagonista dell’inverno 2019-20, con centinaia di esemplari presenti in un po’ tutta la campagna veneta, è stato il Verdone
Proprio quest’ultima specie è stata la protagonista dell’inverno 2019-20 con centinaia di Verdoni che si trovavano un po’ ovunque. Questo tozzo passeriforme è molto adattabile, presente in tutta Italia e in Europa, preferisce passare di ramo in ramo e muoversi solo per nutrirsi ed è particolarmente socievole tranne quando monopolizza le mangiatoie dove assume atteggiamenti aggressivi verso chi si avvicina, conspecifico o non. Il suo nome scientifico Chloris chloris richiama il colore del suo piumaggio: chloris significa in greco “verde-giallastro” e nella mitologia inoltre Chloris, chiamata dai Romani Flora, era la ninfa dalla pelle pallida che quando parlava dalla sua bocca sgorgavano rose.

Due Verdoni si contendono la mangiatoia
Nel 2020-21 i protagonisti sono stati i Fanelli. Durante l’inverno, la specie si sposta al sud in stormi numerosi ma difficilmente si ferma nelle nostre campagne, ma lo scorso inverno un centinaio di esemplari si è fermato per due mesi in un piccolo campo dove i girasoli non erano stati colti. Segnalazioni simili mi sono pervenute da tutta la fascia della Bassa padovana.
Quest’anno le attrici protagoniste di un’invasione alle nostre latitudini sono le Peppole
Simile al Fringuello, dal quale si distingue soprattutto per il groppone bianco ben visibile quando è in volo e dalla testa scura che spicca su una dominante arancione del piumaggio. In Italia è migratore, svernante e nidificante irregolare. Le popolazioni sono migratrici e svernano quasi interamente al di fuori dell’areale riproduttivo. L’estensione dei movimenti è fortemente influenzata dalla disponibilità di cibo, il che provoca forti variazioni locali del numero di soggetti svernanti e, soprattutto nell’Europa centromeridionale, determina fenomeni invasivi che possono concentrare in uno stesso sito milioni di individui: nel 2005, ad esempio, un enorme roost (dormitorio) di 1,5–3 milioni di individui era presente in Val d’Ossola. Le dimensioni dei contingenti di passaggio e svernanti nel nostro Paese mostrano un’ampia variabilità interannuale, tipica del carattere irruttivo della specie, e risultano correlate alla produzione di faggiole nelle faggete del centronord Europa, ambiente a cui la specie pare fortemente legata soprattutto al di fuori del periodo riproduttivo. A partire dalla metà di settembre, dalle loro regioni di nidificazione, situate nei boschi del Nordeuropa e della Siberia le peppole migrano verso ovest e a sud in casi particolari. Quest’anno sono state viste un po’ dappertutto nella fascia meridionale vicentina, padovana e veneziana. Per la prima volta l’ho vista con più esemplari contendersi i semi di girasole delle mangiatoie con i Verdoni di cui sembra non aver timore e con cui ingaggia incruenti ma spettacolari combattimenti aerei.

Verdone e Peppola