Isabella Guariento e la Quaglia che si squaglia. Avventura ai fornelli nel tempo del Covid

La giovane chef montagnanese, neo vincitrice del programma televisivo Cuochi d’Italia, ci ha raccontato la sua storia e donato una ricetta
“Servono le sventure per scavare certe miniere misteriose; serve la pressione per far esplodere la polvere” sosteneva Alexandre Dumas padre e a volte succede proprio così.
E’ successo – ad esempio – ad Isabella Guariento la giovane chef montagnanese che nel momento peggiore della propria nascente carriera come imprenditrice, a causa del Covid, è riuscita invece a toccare le stelle. Una storia che assomiglia ad una fiaba, se non fosse che è vera quanto è autentica la sua protagonista. Una storia che ha una data, anzi due: quella del 22 febbraio 2020, giorno in cui era previsto forse il primo grande evento organizzato dalla sua agenzia di catering e il 20 febbraio – due giorni prima – in cui venne registrato il primo caso di Covid in Italia.
E’ qui che ha inizio la sventura, perché per la sua giovane attività, quel 20 febbraio, ha rappresentato l’inizio dell’incertezza, poi dell’inattività, poi di un’inattività che è durata quasi un anno e ancora si trascina nell’incertezza della pandemia.
Quel 20 febbraio, dunque, segna l’inizio dell’aumentare della pressione che porterà all’esplosione della polvere a cui faceva riferimento Dumas…ma fermiamoci un attimo.
Chi è Isabella Guariento?
Oggi la conoscono in tutta Italia, per il Veneto è una forma di orgoglio, ma poco più di un anno fa era ancora una giovane ragazza che voleva fare la cuoca
Aveva iniziato da piccola a covare questo sogno, con una predilezione rivolta verso la pasticceria che all’Istituto Alberghiero Jacopo da Montagnana poté iniziare ad approcciare. Poco importa se la mamma Fabiola non fosse d’accordo, il sogno era iniziato.
Dalle aule e dalla cucina della scuola a quelle vere e proprie del mondo del lavoro il passo fu breve
A soli 13 anni la sua prima esperienza presso il ristorante del suo paese, Megliadino San Vitale, e poi all’Aldo Moro, nella vicina Montagnana a cui sono seguiti i primi impieghi nel mondo del catering, settore nel quale è rimasta. La sua “bottega”, ossia la pasticceria caffetteria “Pastis”, infatti è il terminal di esperienze originali legate all’offerta enogastronomica anche laddove non esistano strutture adeguate per la preparazione dei cibi. E’ il caso del fortunato format “Cena in vigna”, ideato dall’amica Martina Beggiato, che negli ultimi anni ha rischiarato di luci e sapori i vigneti delle principali aziende del territorio euganeo e berico. Ai fornelli da “campo”, nel vero senso della parola, ovviamente Isabella.
Ma siamo rimasti al 20 febbraio del 2020 e a quel grosso evento annullato a causa dell’inizio della pandemia e alla nostra protagonista bloccata in casa, con un’azienda traccheggiante in un mare di incertezze, di chiusure, di blocchi, di distanziamenti e di eventi procrastinati alle date delle calende greche.
E’ qui che la polvere ha iniziato a prendere fuoco
Perché nell’incertezza generale una decisione l’ha comunque presa: iscriversi al programma televisivo nazionale Cuochi d’Italia condotto da Cristiano Tomei. E puntata dopo puntata la giovane chef padovana è riuscita ad imporsi sugli sfidanti di Molise, Lazio, Liguria, Umbria preparando piatti tipici del Veneto tra rispetto della tradizione e capacità di reinventarsi attraverso la creatività e l’unicità del proprio talento. L’ultimo passo è stata la finale dove ha avuto la meglio su Andrea Ruszel, la concorrente della Sicilia, portandosi così a casa il titolo di miglior giovane cuoco regionale d’Italia.
Poteva esserci miglior epilogo di questo?
La risposta è sì perché la campionessa ha deciso di dedicare al nostro giornale una ricetta del tutto originale: “La quaglia che si squaglia”.
La Ricetta
La quaglia che mi squaglia
Ingredienti
4 Quaglie
Pancetta
Zucca marina
Cipolla
brodo di Giuggiole
Olio
Uvette
Mandorle
Polvere di caffè
Aromi
Procedimento
Avvolgere le quaglie sulla pancetta e rosolarle in padella con olio e burro, aromi a piacimento. Sfumare con abbondante “Brodo di giuggiole”, il liquore di Arquà Petrarca preparato con giuggiole appassite, e proseguire la cottura a fuoco lento.
Nel frattempo cuocere la zucca, pulita e tagliata a listarelle, con una julienne di cipolla, olio sale e pepe.
Una volta che la zucca sarà completamente cotta e con una giusta umidità, aggiungere l’uvetta e le mandorle tostate e il caffè in polvere.
Per l’impiattamento le quaglie andranno adagiate sopra la zucca e guarnito a piacimento.