Hosteria Zanarotti, l’originalità servita per le Feste
Per il periodo più bello dell’anno: il calore dell’accoglienza e la creatività ai fornelli
Per sconfiggere le rigidità dell’inverno l’Hostaria Zanarotti ha una ricetta tanto semplice quanto efficace: il calore di un ambiente domestico e una cucina pensata per accendere i sapori. Ospitalità, del resto, significa sentirsi come a casa e qui la sala da pranzo è un insieme di piccoli angoli, con l’esclusività di stare in due tra quattro pareti, destinati a ritrovare confidenza con i gesti della tavola, compresa la possibilità di parlare a bassa voce. Un’intimità destinata alla convivialità e alla scoperta dei sapori genuini che ai fornelli trovano creatività e fantasia, perché dall’osteria è bandita la banalità e anche i piatti più tradizionali sono oggetto di una rivisitazione all’insegna del gusto.
La tradizionale oca, ad esempio, trova qui la sua migliore stagione: petto e coscia sono associate alla zucca in tempura, alla patata al gorgonzola e tartufo, oppure con i piselli, nel caso il nobile pennuto diventi il ragù di morbide tagliatelle fatte in casa. Al calendario si lega anche il gran bollito misto, cotechino, lingua e capel del prete, servito con cren, pearà o purè di sedano rapa e in periodo di festività natalizie non possono mancare i tortellini ripieni di prosciutto serviti al doppio ristretto. Che cosa si intenda con doppio ristretto è tutto da raccontare, in quanto si tratta di brodo concentrato fatto in moka con carni e verdure macinate al posto del caffè. Ovviamente servito in tazza, tanto per ribadire l’originalità dell’Hosteria.
E dalla lista mancano ancora i dolci, dove il tradizionale panettone è sostituito dalla più nostrana “fugassa” e la pasticceria secca o i biscotti sono figli della stessa mano che da quasi cento anni fanno dei Zanarotti la principale forneria della Città Murata. E il vino? In un’osteria non può mancare quello della casa e al frizzante Morbin e agli amabili Sata, Garganega e Merlot, si accompagnano i nuovi Cabernet e Marzemino, 100% naturali, prodotti con fermentazione spontanea e nessun filtraggio. Altra novità: il sistema Coravin con il quale è possibile mescere un bicchiere senza stappare la bottiglia, così anche le annate più importanti possono arrivare sul tavolo senza incidere più di tanto sul conto finale. Che cosa c’è di meglio per un brindisi?