Canederli di ortica ed aglio ursino al profumo di carvi e Frittata dolce di mele alla lavanda

Ludwig Feuerbach asseriva: ”Noi siamo quello che mangiamo” ad indicare che il cibo influenza non solo il fisico ma anche la coscienza ed il modo di pensare. E niente come il rapporto dell’uomo con l’universo vegetale trova conferma nell’affermazione del filosofo, che ha trovato nelle “erbe” soluzioni ai propri bisogni alimentari, sanitari e magici
Le piante sono state le prime medicine comparse sulla terra, le uniche usate dai nostri antenati ed oggi non si può che essere felici del gran ritorno di questa antica sapienza che è stata per millenni tipicamente femminile.
L’uso delle erbe è stata anche una delle caratteristiche della cucina greca antica dove ritroviamo il mirto, caro ad Afrodite, il lauro, il timo, la maggiorana, il carvi o cumino dei prati, il sedano, a cui veniva richiesto di essere d’aiuto nelle faccende amorose e il più pragmatico finocchio. Il prezzemolo ed il basilico, invece, venivano usati per scacciare gli insetti.
Furono i monaci benedettini che si dedicarono al trattamento di malattie ed alla produzione di distillati a trasferirci un eccezionale bagaglio di conoscenze a riguardo delle erbe officinali
A partire dal Trecento compaiono i primi grandi erbari, incredibili raccolte che testimoniano l’impegno classificatorio che culminò, con l’invenzione della stampa, in opere come quelle di Castore Durante (1529-1590) e di Pietro Andrea Matteoli (1500-1577). Ma è la cultura popolare legata alla cucina che offre la possibilità di sbizzarrirsi non solo in decotti o tisane ma in veri e propri piatti gourmet. Andar per erbe, complice l’arrivo della Primavera, non è solo un modo dare sfogo al proprio spirito bucolico ma un’attività fondamentale per rendere più ricchi, da un punto di vista nutrizionale, piatti altrimenti poveri.
Pissacan, sciopet, carleti, tagliatelle della madonna, barba di capra ed erba di vento finivano trasformati in profumati pesti, ricche frittate e morbidi dessert che non avevano solo lo scopo di nutrire ma anche di prevenire e guarire. Semplici ed umili precursori della scienza nutraceutica
La proposta della cucina per il mese di maggio è quindi un menù molto femminile e tutto dedicato al risveglio del proprio corpo, come fossimo un orso ancora intontito dal letargo. I simpatici plantigradi, infatti, sono ghiottissimi di aglio usino e ne fanno incetta in quanto antibiotico, anti micotico, anticolesterolo e ricco di vitamine e di minerali. La lavanda invece possiede proprietà carminative e antispasmodiche adatta quindi a calmare i dolori e gli spasmi addominali ed a distendere la muscolatura del ventre. Un omaggio alla gastronomia montana, quindi, ricca di specialità uniche, per una proposta ispirata a Feuerbach con i Canederli di ortica ed aglio ursino al profumo di carvi e la Frittata dolce di mele alla lavanda.