La vendemmia 2019 festeggia 50 anni di Doc Colli Euganei

L’importante anniversario rappresenta un momento di soddisfazione per i progressi ottenuti dalla produzione enologica negli ultimi anni, ma anche una riflessione sulle stagioni del futuro. Ne abbiamo parlato con il presidente del Consorzio di tutela Vini DOC Colli Euganei, Marco Calaon
La vendemmia che è iniziata da qualche settimana è una di quelle importanti per l’area dei Colli Euganei, perché segna il traguardo dei 50 anni della Doc. Era il 1969 quando con Decreto del Presidente della Repubblica i vini delle alture padovane poterono fregiarsi della Denominazione di Origine Controllata. “A dire il vero – spiega Marco Calaon presidente del Consorzio Vini Colli Euganei – il primo disciplinare prevedeva solo tre tipologie: Bianco, Rosso e Moscato, con il tempo la lista si è estesa andando a ricomprendere vini che oggi contribuiscono a conferire identità enologica dei nostri Colli. Penso in particolare al Fior d’Arancio e al Serprino, due tipologie che si trovano solo sui Colli Euganei. E che assieme al Rosso Colli Euganei, già presente nel disciplinare originario, rappresentano i tratti essenziali del territorio. Il nostro Rosso, frutto di uvaggio di Merlot e Cabernet, può fregiarsi di aver contribuito a scrivere parte della storia italiana dei vini comunemente chiamati “bordolesi”. Proprio i Conti Corinaldi, nei loro possedimenti di Lispida, sono stati tra i primi, già alla fine dell’Ottocento, a piantare Merlot e Cabernet per farne vino.
Riprodurre il vino dei Colli Euganei, di fatto è impossibile. La struttura apportata dall’origine vulcanica dei terreni è unica come del resto lo è la sapidità conferita dai terreni sedimentari
Da allora di strada ne è stata fatta e soprattutto negli ultimi anni le bottiglie delle alture padovane sono entrate a far parte del panorama enologico internazionale. “E’ stata una crescita costante – continua il Presidente – accompagnata dalla progressiva consapevolezza che il territorio vanta una vocazione vitivinicola di eccellenza. Riprodurre il vino dei Colli Euganei, di fatto è impossibile. La struttura apportata dall’origine vulcanica dei terreni è unica come la sapidità conferita dai terreni sedimentari. Le componenti minerali assecondano ed emancipano i sentori di frutta nei bianchi e nei rossi, oppure conferiscono corposità a seconda di come si trovano combinate nel terreno. I terreni calcarei di Cinto, Baone, Este (a Sud degli Euganei), sono più adatti ai rossi mentre quelle più a Nord, (Vo, Teolo, Rovolon) si prestano maggiormente alla coltivazione dei bianchi. E nel tempo sono accresciute anche le competenze che i produttori e dei vinificatori impiegano nel loro lavoro, da una produzione di vino sfuso, che fino a qualche anno fa era imperversante dalle nostre parti, si è arrivati oggi ad una produzione di grande qualità con bottiglie premiate ai principali concorsi enologici internazionali.
Penso che a questo progresso abbia contribuito in modo significativo il nostro Consorzio, che ricordiamo nel 2011 ha portato a compimento l’iter per l’ottenimento della Docg; oltre a numerose altre attività di promozione e valorizzazione. E c’è da scommetterci che lo stesso contributo sarà determinante per il futuro, a cominciare da questa vendemmia che se da una parte rappresenta un anniversario, dall’altra è anche la conclusione positiva di una stagione iniziata non benissimo. Le piogge e le temperature sotto la media di maggio hanno infatti condizionato fioritura e allegagione contribuendo a ridurre in parte la quantità di uva prodotta; il caldo di luglio e agosto ha poi comunque riequilibrato la situazione.

Il presidente del Consorzio, Marco Calaon
“Uno dei ruoli del Consorzio nel futuro – conclude Calaon – dovrà essere proprio quello di accompagnare i consorziati in questo “tempo” che cambia, e non mi riferisco ad una svolta generazionale, ma proprio al clima che inesorabilmente ci sta portando dentro ad una situazione nuova, inedita. Basti pensare che solo una cinquantina di anni fa la vendemmia iniziava a metà settembre e oggi i primi grappoli vengono spiccati dalle vigne a metà di agosto. E di più ancora conta la grande diversità che caratterizza le annate: il 2017 ha visto una produzione quantitativamente sotto la media, il 2018 fin troppo abbondante. E per quanto riguarda la vendemmia di quest’anno i dati parlano già di una produzione un po’ sotto la media in termini di quantità. Per la qualità dovremo attendere il trascorrere di queste settimane settembrine, è auspicabile che le temperature si mantengano piuttosto elevate di giorno per far arrivare l’uva a maturazione ottimale; una notevole escursione termica notturna favorirebbe, inoltre, la maturazione dei terpeni, responsabili degli aromi, particolarmente importanti per il Fior d’Arancio. Qualche giornata di pioggia alternata a una serie di giornate di sole, completerà l’opera. Se tutto ciò si avvererà avremo vini di buona struttura e concentrazione, con profumi fini eleganti e persistenti. La stessa cosa vale per le uve a bacca rossa, se il tempo delle prossime settimane sarà questo potremmo aspettarci vini dal carattere decisamente euganeo”.