Benvenuto autunno, un brindisi con cinque bicchieri ai tuoi colori e profumi

L’arrivo dei primi “freschi” sancisce un ritorno ai sapori della cucina grazie ai tanti prodotti che in questa stagione arrivano a maturazione. “Ecco le mie proposte per trovare una liaison con funghi, formaggi di malga, castagne e tartufi: attenzione agli abbinamenti”
Autunno: tempo di vendemmia, anche se quest’anno non si preannuncia facile a causa della lunga siccità
e delle elevate temperature che hanno interessato la primavera e buona parte dell’estate. Comunque sia
sarà una festa non solo per le cantine, l’ancestrale rito che trasforma l’uva in vino verrà accompagnato
anche quest’anno dai suoi colori e profumi: quelli degli altri prodotti stagionali come la zucca, la patata
americana DECO di Anguillara Veneta, i formaggi di malga, le castagne, i buoni salumi di casa, ma, soprattutto, il principe della stagione autunnale: ossia il tartufo! Prodotto che non presenta grande struttura ma grande intensità olfattiva e non semplice da abbinare. Che sia bianco o nero… ma che sia tartufo per molti! Ecco le mie proposte per cinque bottiglie da stappare in autunno per assecondare il cambio di sapori portati dalla nuova stagione e le sue innumerevoli ricette, rimanendo sempre legati il più possibile al nostro territorio. Buona lettura.
UN GRANDE CLASSICO
Cabernet Piave DOC – La Marca Vini e Spumanti – Oderzo (TV)
Anima e cuore dalle sponde del Sacro Fiume
La Marca, società agricola vitivinicola esistente dagli anni ’60, oggi è una realtà che si è ricavata un ruolo di ambasciatrice del vino veneto nel mondo, soprattutto per il Prosecco. Oltre 50 anni di storia raccontano un
territorio dove più di 5mila persone sono coinvolte nella produzione di vino, dedicandoci anima, passione e un sentimento che abbraccia 15mila ettari di vigneti, filare per filare. Anima e cuore sono rappresentate da 8 cantine cooperative associate attiva nell’area della DOC Piave, a dimostrazione della forza del sistema cooperativistico anche nella produzione di grandi vini. Non solo spumanti per questa società, ma anche vini fermi per la presenza di terreni argillosi e ricchi di minerali portati nei secoli dal Sacro fiume. Recentemente ho degustato il loro Cabernet, in cui ho riconosciuto la forza esemplare e la tenacia di questa terra. Un vino che alla vista si presenta rosso rubino con sfumature violacee; al naso risaltano i sentori di frutti rossi e neri tipo la mora, il ribes, insieme ad altre sensazioni speziate. Il palato viene esaltato dalla sua rotondità avvolgente, dalla buona freschezza e dalla sapidità. L’abboccato chiude con sensazioni erbacee e retrogusto persistente. Da abbinarsi a primi piatti conditi con ragù di carne o di corte; da provare con il Risotto di zucca
e funghi porcini; ottimo con gli arrosti al forno.
Accompagna bene formaggi semi-stagionati. Da servire sui 18-20 °C in calici preferibilmente tipo ballon
UN VINO NUOVO
“Roverso” Colli Euganei DOC Merlot 2020 – Tenuta Gambalonga – Valnogaredo/Cinto Euganeo (PD)
Il raffinato calice che si veste di un bel rosso violaceo
Dal 2006-2007 non abbiamo più fatto vini strutturati e affinati in legno perchè non c’erano le condizioni. Oggi le circostanze esistono e dopo svariate sperimentazioni siamo felici del risultato ottenuto: il vino sta ottenendo molti consensi”. L’onestà nel produrre solo quando ne esistono i presupposti è un valore che non sempre è così facile trovare nel mondo del vino, ma che qui, a Cinto Euganeo, ho riscontrato in Emanuele Gambalonga, conduttore dell’omonima cantina, attiva fina dal 1902, durante il nostro incontro a Ferragosto, in cui mi ha
presentato il suo “Roverso” Colli Euganei DOC Merlot 2020, la cui commercializzazione è iniziata quest’anno dalle date di Vinitaly.
Roverso sta per Rovescio in dialetto locale, in quanto negli anni ‘70 il terreno dove viene coltivato il vitigno è stato interessato da una sistemazione idraulica molto profonda, tanto da portare in superficie quello che nei suoli complessi dei Colli Euganei si trova tra 3/4 metri sotto terra: marna, calcare, scaglia bianca. Quindi è
stato creato un terreno unico per questo vino e l’eccezionalità – devo dire – ci sta tutta, compreso il numero
limitato di bottiglie che ne vengono prodotte: solo 1500.
Alla vista il calice si veste di un bel rosso violaceo; al naso risaltano i sentori di frutta rossa con spiccata amarena e successivamente leggere note tostate e speziate.
Al palato si presenta caldo e rotondo con freschezza e sapidità condita da una tannicità già morbida. Finale persistente. Sicuramente giovane, può solo migliorare. La sua massima espressività – secondo me – la raggiungerà tra 6-8 mesi. Da abbinarsi a primi piatti importanti e succulenti, ottimo con le carni, da provare con funghi e tartufo.
UN VINO SOCIAL
VALDOBBIADENE Prosecco Superiore DOCG Metodo Martinotti Brut 2020 – Mongarda Società Agricola – Col San Martino (TV)
La Bollicina che nasce tra boschi e rocce spioventi
Azienda giovane ed emergente nata alla fine degli anni ’70 a Col San Martino sulla strada che da Conegliano porta a Valdobbiadene. I vigneti coprono una superfice di circa 12 ettari con esposizione prevalentemente a sud-est e altimetria di circa 300 metri s.l.m. in un scenario di boschi e rocce spioventi. Il suolo è costituito prevalentemente da conglomerati calcarei e arenarie.
Qui vengono coltivate oltre al Glera anche tipiche vecchie varietà della zona come la Bianchetta Trevigiana e la Perera. Ma tra le bottiglie prodotte mi ha “intrigato” questo gradevole spumante brut (2,5 gr./zucchero) che vi propongo, prodotto con metodo Martinotti e frequenti Batonnage per circa 40 giorni. Si presenta con un bel
colore giallo paglierino brillante e un perlage fine e persistente. Al naso evidenzia sentori di fiori di campo, ma soprattutto note fruttate di mela Golden e pera Williams. L’ingresso al palato è deciso, secco con un ottimo equilibrio tra freschezza, sapidità e mineralità. Finale con buona persistenza. Ottimo spumante da aperitivo per la convivialità con stuzzichini, ma vista la consistenza lo vedrei bene a tutto pasto soprattutto con
menù di pesce; carni bianche e formaggi freschi. Da provare con preparazioni autunnali come la zucca al
forno o il risotto alla zucca. Servire fresco sui 6°C in flute.
UN VINO RARO
ZERO INFINITO (Metodo Ancestrale) Vino Frizzante Colfondo Biologico Azienda Agricola Pojer e Sandri – Faedo (TN)
Il risultato di ottant’anni di ricerca e 39 vendemmie
Forse più unico che raro, questo Zero Infinito, visto che è ottenuto da uve Solaris del Trentino.
Si tratta di un vitigno scoperto in Germania dai due soci Pojer e Sandri e importato alla metà degli anni ’70 per essere coltivato in Val di Fiemme e Fassa a 800-900 metri s.l.m, su un suolo prevalentemente vulcanico. L’ho assaggiato recentemente, proprio per voi lettori di Con i piedi per terra. È un vino rifermentato in bottiglia, biologico con Metodo Ancestrale a zero impatto chimico: zero in campagna e zero in cantina. Il risultato di ottant’anni di lavoro di ricerca (Francia-Russia-Germania) e trentanove vendemmie in cantina
a Faedo per arrivare alla purezza… il frutto della vite trasformato in vino, senza aggiunta esogena! Da qui il nome del vino. Particolari le caratteristiche organolettiche: il vino, infatti, si presenta torbido giallo paglierino. Al naso evidenzia note floreali di fiori bianchi, come il sambuco, e fruttate con mela golden, pera e sentori
esotici. È un vino leggermente aromatico. Al palato risulta succoso, fresco, asciutto e fragrante. Buona
persistenza al retrogusto. Gli amanti dello stile rustico e contadino possono agitare la bottiglia e gustarsi il vino leggermente torbido, per i non appassionati invece è meglio scaraffarlo e farlo decantare per separare il fondo e per ossigenarlo prima del consumo. Un vino bianco frizzante che si lascia bere tutto d’un fiato, molto gastronomico e versatile negli abbinamenti. Ideale come aperitivo o per accompagnare un ricco tagliere di salumi.
UN VINO PROMESSA
“Rossura dei Briganti” Colli Euganei DOC Riserva 2016 Azienda Agricola Turetta-Cà Bianca – Cinto Euganeo (PD)
Tra storia e leggenda: un calice di vino
Situata nel mezzo dei Colli Euganei, l’azienda Turetta Cà Bianca coltiva 25 ettari di vigneto di proprietà. È una delle realtà antiche del territorio, potendo contare su oltre 100 vendemmie, ma alla storia dei Colli Euganei si lega in altri cento modi, anche con questo vino che vi propongo: perché viene prodotto dalle uve di un vigneto che si trova a pochi passi dal “Buso dei Briganti”, un passaggio naturale dal fondovalle da dove, pare, trovassero scampo i ladri dopo le loro scorribande. È un classico bordolese dei Colli Euganei, Merlot e Cabernet Sauvignon – affinato in Tonneau francesi (550 lt.) di secondo passaggio per 24 mesi. Io ho
avuto modo di degustarlo alla cena di gala per la chiusura della rassegna Serprino Week End a Villa Vescovi, lo scorso 18 luglio. È una promessa in quanto è attualmente in vendita il 2017, ma questa versione è ancora
di prim’ordine. Alla vista si presenta rosso rubino intenso; all’olfatto risulta complesso grazie ai
sentori di sottobosco, di frutti rossi, di spezie balsamiche. Al palato è corposo, rotondo ed elegante.
Il tannino è ben integrato e lascia un retrogusto lungo e morbido. È un vino da abbinare ai primi piatti rustici ma elaborati come le tagliatelle al ragù e tartufo dei Colli Berici, alle carni rosse, agli arrosti, ai brasati (in riduzione per cottura con aggiunta di tartufo) e ai formaggi stagionati. Ha la capacità di prolungare il gusto delle portate. Va servito in ballon ampi e a 18-20 °C di temperatura.