Il Biodistretto dei Colli Euganei

Uno strumento nuovo per coordinare gli operatori del “bio” e il potenziale turistico ed economico dell’agricoltura sostenibile
Cresce l’attenzione alla propria salute e a quella del territorio che ci circonda, e di pari passo cresce la voglia di “bio”. La grave situazione di pandemia che ci ha colpiti probabilmente accentuerà questa tendenza, in atto da anni, a mettere temi come sostenibilità e biodiversità, rispetto del territorio, sempre più al centro delle scelte agricole ma anche di valorizzazione economica e turistica di intere aree.
Questo è, almeno, quello che si aspettano i promotori del Biodistretto dei Colli Euganei, un tentativo di coordinare chi fa bio e chi potrebbe valorizzare, turisticamente e economicamente, il valore aggiunto che agricoltura sostenibile e paesaggio possono dare a un territorio.
Il biodistretto padovano è sorto nel 2016 in contemporanea con quello della provincia veneziana centro-orientale (BioVenezia): apripista entrambi, seguiti a ruota da altri – alcuni ancora in fase di costituzione – nell’Altopiano di Asiago, nella Pedemontana vicentina (da Bassano a Schio), nel veronese tra il monte Baldo e la Lessinia. Vede oggi l’adesione di oltre cinquanta tra aziende e amministrazioni comunali, e poi alcune associazioni, due consorzi del vino, l’Università e altri portatori di interesse. In particolare, ben quindici sono i comuni coinvolti, arrivando a comprendere tutta l’area collinare.
Oggi l’adesione al Biodistretto coinvolge oltre cinquanta realtà, tra aziende e amministrazioni comunali, alcune associazioni, due consorzi del vino e l’Università
Ma cos’è un biodistretto? “È un’area geografica dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, altri operatori economici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali, partendo dal modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, ristorazione collettiva bio, eccetera)”, spiega Sandra Furlan, referente Regionale della rete Nazionale dei Biodistretti AIAB (Associazione italiana agricoltura biologica), che ha seguito da vicino tutte le iniziative venete.
Se i Colli Euganei hanno fatto propria da subito questa opportunità, alla base c’è il fatto che un biodistretto non nasce a tavolino: sorge su aree a vocazione agricola con alta e significativa presenza di aziende bio e in cui vi sia integrazione tra settore primario, amministrazioni e altri comparti economici. Nei Colli Euganei la percentuale di superficie agricola coltivata a bio è superiore alla media regionale e da decenni vi sono persone sensibili al tema.

Questa foto e quella di copertina dell’articolo sono di Livio Sinigaglia
“Qui esisteva già da tempo un insieme di produttori agricoli, di amministratori e di operatori del settore dell’accoglienza mossi dall’idea di rivolgersi al proprio ambiente con maggiore sensibilità e prestando attenzione alla complessità che esso si porta dietro”, conferma il presidente del Biodistretto, nonché produttore vinicolo, Marco Sambin.
Una complessità che vale sia per la tutela e conservazione di paesaggio e ambiente, sia sul fronte del suo sfruttamento economico: un biodistretto coniuga indissolubilmente la produzione – naturalmente biologica – con la promozione di prodotti e dello stesso territorio, con le sue peculiarità, al fine di garantire lo sviluppo delle sue potenzialità economiche, sociali e culturali.

Al centro dell’immagine il presidente del Biodistretto Colli Euganei, Marco Sambin
Oggi le aziende più interessate al biodistretto padovano sono quelle vitivinicole che hanno fatto la scelta del bio: i vigneti posizionati lungo versanti collinari che ben si prestano, per clima e terreno, a una coltivazione che faccia limitato uso di prodotti di sintesi, sono un’attrazione per chi ama il vino e anche per turisti ed escursionisti. Lo stesso vale per gli ulivi e i produttori olivicoli. Tra i soci non mancano aziende che si occupano di orticoltura, piante officinali, cereali, e poi panificatori e altro ancora: l’offerta è completa e si coniuga con le proposte di operatori turistici e agriturismi. Nel sito www.biodistrettocollieuganei.it c’è la possibilità di fare ricerche settore per settore.
Anche la formazione è tra gli scopi del biodistretto, che assieme a quello veneziano ha dato vita al progetto Territori Bio, finanziato con fondi del Psr regionale: grazie ad esso sono state rese disponibili le risorse per avere le consulenze di tecnici agronomi, che ad esempio emettono bollettini fitosanitari appositi e forniscono assistenza e formazione.
Nei Colli Euganei la percentuale di superficie agricola coltivata a bio è superiore alla media regionale e da decenni vi sono persone sensibili al tema
La sfida del biodistretto è ora anche quella di fare crescere l’atteggiamento bio sul territorio e ragionare su come sfruttarne le opportunità. Una delle proposte, ad esempio, è che le mense scolastiche amplino la quantità di prodotti locali. Un altro auspicio è che tutto questo invogli altri coltivatori a “convertirsi” al bio.
“Noi speriamo – continua Sambin – che altri produttori si accorgano che, al di là di valutazioni etiche, la coltivazione sostenibile è quella vincente: bombardando il terreno con la chimica per fargli produrre qualcosa si finisce per intervenire in maniera sempre più pesante e, alla fine, antieconomica. Forse si produrrà meno ma si potrà spuntare di più sui prezzi, e se il territorio attirerà turisti si potrà vendere direttamente a loro. Mi permetto un paragone azzardato: negli anni Sessanta si dibatteva sulla chiusura delle cave e chi era contrario argomentava che si sarebbero persi posti di lavoro. Oggi, se avessimo seguito quella linea, non ci sarebbero più i colli, niente agricoltura e niente turismo. Si è deciso di preservarli, una scelta illuminata. Dobbiamo continuare a non segare il ramo su cui stiamo seduti. C’è poi anche l’aspetto etico: continuando a sfruttare il terreno indiscriminatamente e senza pensare alle conseguenze, ai nostri figli lasceremo non un terreno produttivo ma un debito che ricadrà sulle loro spalle”.