Un passo avanti, due di lato, uno indietro: il Ballo delle Certezze

Due anni di pandemia e una guerra alle porte dell’Europa ci portano a sospendere l’idea che avevamo del futuro
Pare di vivere in un’altra epoca. Potrebbe essere il passato, ma forse è semplicemente un tempo che non avevamo preso in considerazione. Due anni di pandemia e una guerra alle porte dell’Europa sicuramente ci portano a sospendere l’idea che avevamo del futuro. Due anni così e invecchi di venti. Certo: nell’aria non ci sono i fischi delle sirene che annunciano i bombardamenti come a Kiew, a Kharkiv, a Mariupol. Siamo lontani. Ma come per il Covid l’altrove è qui e ci condiziona. Complice un’informazione che ormai accarezza il pettegolezzo e con dirette h24 entra nelle nostre vite accendendoci stati d’animo a volte di commozione, a volte di rabbia, sempre più spesso infondendo paura. Paura per quello che non conosciamo o per quello che pensavamo di conoscere e che invece non ci appartiene più. Come la certezza del dominio della scienza sulle malattie, come la certezza dell’impossibilità di una guerra mondiale con epicentro in Europa.
In poche settimane tutto e tornato in discussione
Certezze che infondo non erano sbagliate del tutto, i vaccini hanno fatto il loro dovere, la guerra è in una parte del mondo di cui si è sempre parlato troppo poco. Ma comunque è come se fossero collassate. In poche settimane tutto e tornato in discussione: prima l’uno, poi l’altro, malgrado fossero pietre angolari che sostenevano le conquiste e l’identità dell’uomo moderno e consapevole. Vien da chiedersi: a che cosa eravamo appigliati prima che tutto questo avesse inizio? Poco importa se ormai è passato, perché guardando al futuro l’orizzonte balla e traballa allo stesso modo, senza offrire alcun appiglio. Anche qui sono bastati pochi giorni per sgretolare la marcia “green” e sostenibile dell’uomo consapevole verso il proprio domani. Avevamo come obiettivi l’Agenda 30 delle Nazioni Unite, il Green Deal, la Transizione Ecologica. Dalla resilienza si è passati alla resistenza e oggi ci scopriamo addirittura reazionari. I combustibili fossili schizzano alle stelle, paralizzano i trasporti, i pescherecci in mare, ci costringono ad aspettare con ansia la prossima bolletta del gas e della corrente elettrica. E allora torniamo al carbone, alla guerra, all’austerity, alla quarantena. Torniamo ad un mondo sorpassato, antico, alle convinzioni che non abbiamo mai avuto, perché tutto quello che abbiamo inventato di nuovo non tiene alla prova dei fatti.
Eravamo arrivati ad un passo dal riconoscere la vera causa dei problemi, con sacrificio stavamo riuscendo a metterci alla sbarra degli imputati, a sentirci responsabili quasi individualmente delle nostre azioni. Ma torniamo indietro: colpa del Virus, colpa di Putin. Maledetti loro.