Un colosso di bronzo dai piedi d’argilla?

Speranze e preoccupazioni all’avvio del nuovo anno scolastico
“In presenza e in sicurezza”: è possibile? La sfida del nuovo anno scolastico è riassunta in queste poche parole e nel concetto di “comunità scolastiche competenti”, su cui insiste il Ministero dell’istruzione in vista dell’avvio delle lezioni. Solo i fatti diranno se questo difficile equilibrio si realizzerà e, se succederà, il merito sarà davvero di tutti.
A diciotto mesi dall’annuncio ufficiale della pandemia da covid-19 da parte del direttore generale dell’Oms – era l’11 marzo 2020 – il ministro Patrizio Bianchi riconosce il “bisogno di scuola e relazione educativa” degli studenti, ma non esclude ancora la “necessità” di ricorrere alla didattica digitale integrata, ovvero la tanto controversa didattica a distanza: una simile decisione è demandata ai presidenti di regione e sindaci, limitatamente alle zone rosse e arancioni, e il provvedimento dovrà valere per il “tempo strettamente necessario”. Per cercare di scongiurare questa “malaugurata ipotesi”, il Ministero ha stanziato ingenti fondi per l’assunzione di docenti e personale scolastico a tempo determinato, per interventi strutturali nelle scuole e per l’affitto di locali aggiuntivi. Altri fondi saranno destinati all’acquisto di attrezzature utili a garantire l’igiene, la sicurezza e la protezione individuale. Niente più banchi con le rotelle… Per i trasporti, la prefettura dirigerà il tavolo di coordinamento tra enti locali interessati, uffici scolastici territoriali e rappresentanti del Ministero dei trasporti e delle aziende di trasporto locale: gli orari d’ingresso e di uscita scaglionati dovrebbero evitare gli assembramenti.
Dopo gli operatori sanitari, anche per il personale della scuola è diventato obbligatorio vaccinarsi e chi si rifiuta rischia il posto di lavoro
Il sistema scolastico è complesso e per funzionare bene richiede il concorso di molteplici soggetti a partire dal singolo individuo. Ciascuno, insegnante o studente, personale tecnico-amministrativo o collaboratore scolastico, genitore od operatore coinvolto con una specifica funzione, ha il dovere di comportarsi in maniera responsabile. Resta l’obbligo della mascherina per le persone dai 6 anni in su. Ognuno valuterà le proprie condizioni di salute ed eventualmente provvederà alla misurazione della temperatura corporea. Quest’anno si parte dall’esperienza dell’anno precedente e si spera che la situazione generale sia buona. E poi c’è l’obbligo del “green pass” vaccinale, che tante polemiche sta sollevando: i piedi d’argilla di un colosso potenzialmente di bronzo.
Dopo gli operatori sanitari, anche per il personale della scuola è diventato obbligatorio vaccinarsi e chi si rifiuta rischia il posto di lavoro. Del resto, già in primavera a questa categoria è stata data la priorità nella campagna vaccinale: c’era da aspettarsi uno sviluppo di questo tipo. L’obbligo non è rivolto all’intera popolazione, e forse non si arriverà mai a questo, ma le imposizioni alle singole categorie di lavoratori, oltre alle limitazioni negli accessi alle manifestazioni e ai locali pubblici, stanno di fatto rendendo necessaria la vaccinazione per chi vuole tornare ad uno stile di vita pre-pandemia. I vaccini attualmente disponibili non garantiscono l’immunità ma, combinati all’uso della mascherina, al distanziamento e all’accurata pulizia delle mani, rallentano i contagi e riducono i sintomi. Chi si oppone alla vaccinazione, denunciando addirittura una dittatura sanitaria, quale via d’uscita alternativa propone?