Al Parco Regionale dei Colli Euganei una stagione inizia e una si conclude

E’ in scadenza il mandato del Consiglio direttivo dell’Ente. Un breve bilancio del Vicepresidente Antonio Scarabello sugli ultimi due anni di attività
Stagioni: la bella sta arrivando mentre una si sta per concludere al Parco Regionale dei Colli Euganei. L’entrante è la primavera che,
complice il lookdown, sta già portando tante persone sui sentieri tra i boschi in cerca di evasione e di contatto con la natura, mentre in
dirittura di arrivo è il mandato del primo Consiglio direttivo dell’Ente dopo il lungo periodo di commissariamento durato fino al 2019. Due anni di lavoro di cui è possibile fare un bilancio insieme al vicepresidente Antonio Scarabello.

Il vicepresidente del Parco Regionale dei Colli Euganei, Antonio Scarabello, durante la registrazione della trasmissione “Domani è domenica” di Rai2
Che cosa è cambiato in questi due anni?
“Due anni non sono molti per riuscire a vedere i frutti delle importanti azioni avviate. Però direi che sono stati accesi tutti i grandi temi che riguardano un’area unica come quella dei Colli Euganei, a partire dalle azioni rivolte alla tutela del patrimonio fito-faunistico,
all’infrastrutturazione legata ai percorsi escursionistici, iniziative per la promozione dell’ambientalismo, a sinergie e progetti costruiti con le associazioni e gli enti locali, l’intensificazione delle misure rivolte al contenimento dei cinghiali e non ultimo – anche se questo non dipende da una scelta del Consiglio – l’arrivo della lupa Cecilia”.
Una presenza che è stata salutata con una certa positività dall’Ente Parco
“Certo. Non voglio dire che l’attendavamo, ma il momento di forte espansione territoriale di tutte le popolazioni di lupo continentali e la vicinanza con aree in cui è ormai diventato stanziale non potevano che deporre a favore di un suo arrivo. E del resto è un elemento che arricchisce la biodiversità dei nostri Colli, un animale – possiamo dire – che è tornato a casa dopo tanto tempo”.

L’impronta della lupa Cecilia
Quindi è un valore per il territorio?
“Non deve destare timori né tra i residenti né tra i tanti turisti ed escursionisti che frequentano l’area. Il lupo è una specie di norma
elusiva e timorosa nei confronti dell’uomo, a carico della quale in tutta Europa non si registrano aggressioni nei confronti delle persone da 150 anni. Inoltre i nostri operatori del parco continuano il monitoraggio della zona attraverso fototrappole e anche il rilevamento delle impronte. E stiamo vigilando anche su possibili casi di bracconaggio: il lupo è una specie protetta. Per gli
escursionisti invece segnalo la recente pubblicazione di due brochure con sette nuovi percorsi nel comune di Rovolon”.
Un progetto condotto insieme all’Amministrazione comunale e al Cai, un’esperienza che fattivamente costituisce un precedente per le possibili collaborazioni con i 15 comuni che rientrano nel territorio del Parco…
“Sì. Ecco per tornare alle cose che sono cambiate in questi due anni c’è sicuramente da annoverare questo tipo di collaborazione. In questo caso abbiamo accompagnato il Comune di Rovolon nella realizzazione di un loro progetto rivolto al recupero e alla sistemazione e all’infrastrutturazione di alcuni sentieri abbandonati. Con questi 7 nuovi percorsi l’intera rete escursionistica del Parco ha raggiunto le 36 tracce, per un totale di circa 256 chilometri, quasi tutte manutenute da volontari delle associazioni locali: una vera risorsa per il nostro ente. Ma un progetto che invece abbiamo esteso a tutti i comuni, in questo caso con gli istituti scolastici di primo grado, è “Per un Parco Plastic Free” con la consegna di una borraccia in alluminio per tutti gli studenti. L’ecologia è un tema che sta particolarmente a cuore all’Ente, sia per far crescere nuove generazioni consapevoli dell’immenso patrimonio ambientale in cui vivono
sia per migliorare anche l’atteggiamento verso la Natura di chi visita il nostro Parco”.

Le borracce del progetto Per un Parco Plastic Free
Con le imprese e le associazioni, invece, è stato costruito qualche rapporto?
“Certo, costituiscono quella proposta viva che proviene direttamente dal territorio e che nel Parco devono trovare un alleato e un compagno. In questi mesi ad esempio è nato il Comitato Gocce Euganee, un gruppo di imprenditori del turismo con i quali,
in ottemperanza alla Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette (Cets), è stata avviata una collaborazione per sviluppare una strategia comune ed un piano d’azione per lo sviluppo turistico, sulla base di un’analisi approfondita della situazione locale. L’obiettivo è la tutela del patrimonio naturale e culturale e il continuo miglioramento della gestione del turismo nell’area protetta a favore dell’ambiente, della popolazione locale, delle imprese e dei visitatori. Anche con le associazioni animaliste
abbiamo aperto un dialogo, l’esempio più recente è la convenzione siglata con SoS Anfibi Padova Colli Euganei per il posizionamento di diversi chilometri di reti e la protezione della migrazione dei rospi. Ogni anno con l’arrivo della bella stagione questi anfibi si spostano verso le zone umide e attraversando i nastri d’asfalto spesso vengono schiacciati dalle auto: una strage. La tutela del Parco va estesa anche alle specie che lo popolano”.
E per quanto riguarda i cinghiali?
“Si stanno concentrando molte energie nelle azioni rivolte al contenimento del numero degli ungulati.
Stiamo lavorando in accordo con le organizzazioni agricole, per la difesa delle colture presenti, e insieme ai Carabinieri forestali, che qui ringrazio per tutto il supporto che ci forniscono anche con il monitoraggio sul lupo e il servizio di ordine pubblico, stiamo conducendo monitoraggi notturni, con l’uso di droni sui quali sono montate fotocamere termiche, per seguire gli spostamenti
dei branchi e per conoscere meglio le abitudini di questi animali, in modo da intervenire con azioni più mirate ed efficaci. In più dal 18 gennaio è attiva al completo la squadra di Veneto Agricoltura con tutti e nove gli operatori effettivi ai quali si accompagna
l’attività dei selecontrollori, ossia i cacciatori volontari formati e preparati. Oltre a ciò, per assecondare le richieste d’intervento che provengono dal territorio e ottemperare con sempre più determinazione all’impegno che l’Ente esprime per fronteggiare
la situazione, nelle ultime settimane sono stati posizionati dei nuovi chiusini in varie parti del territorio Euganeo, sia a difesa delle colture agricole sia a difesa della pubblica incolumità. Stiamo producendo davvero il massimo sforzo, il problema non è sottovalutato, ma dobbiamo fare i conti con le risorse che abbiamo e con un’area che consta di quasi 19 mila ettari nella quale rientrano ben 15 comuni”.

Il posizionamento di una nuova trappola per la cattura dei cinghiali
Su quali temi sarà opportuno continuare a lavorare nei prossimi anni?
“Sicuramente questo dei cinghiali è il primo, ma penso anche che il Parco abbia un ruolo fondamentale nel creare sinergie e armonie nei settori trainanti l’economia euganea, penso ad un turismo che sappia sempre più caratterizzarsi attraverso il tema della salute e del relax coinvolgendo anche i valori rurali degli Euganei e un’agricoltura che possa servirsi sempre più del turismo per trovare un mercato alle proprie produzioni. E ovviamente il tutto si deve tenere all’interno di una grande cornice come quella della sostenibilità ambientale e del rispetto per il territorio, abbiamo esempi virtuosi in tal senso da parte dell’agricoltura, la superficie convertita a colture bio è la più alta all’interno dell’intera regione ed è sicuramente questa la direzione sulla quale proseguire”.