SWAMrisk: un progetto da 2,19 milioni di euro per contrastare la siccità e la contaminazione salina nelle aree costiere

Un’iniziativa internazionale per proteggere le risorse idriche di Laguna di Venezia, delta del Po e delta del fiume Neretva
Con un budget complessivo di 2,19 milioni di euro, il progetto SWAMrisk – acronimo di “Subsurface WAter monitoring and Management to prevent drought risk in coastal systems”, dedicato al monitoraggio e alla gestione delle acque sotterranee per mitigare il rischio di siccità e intrusione salina – si concentra su due aree di studio principali: la Laguna di Venezia e il delta del Po in Italia, e il delta del fiume Neretva in Croazia. Tra i partner principali figura il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, ente che svolge un ruolo fondamentale nella gestione e nella manutenzione del sistema idrico della zona e che collabora attivamente con altri enti italiani e croati per sviluppare strategie innovative volte a preservare la qualità dell’acqua e prevenire gli effetti negativi della siccità e dell’innalzamento del livello del mare. L’obiettivo complessivo è quello di garantire un futuro sostenibile per l’agricoltura e le attività economiche locali, rafforzando la resilienza del territorio agli impatti del cambiamento climatico.
La regione mediterranea sta affrontando sfide sempre più complesse legate ai cambiamenti climatici. L’aumento della frequenza di eventi siccitosi e la progressiva contaminazione salina degli acquiferi rappresentano minacce concrete per l’approvvigionamento idrico, in particolare nelle aree costiere adriatiche, dove turismo e agricoltura dipendono fortemente dalla disponibilità di acqua dolce. In questo contesto nasce SWAMrisk, un progetto dedicato al monitoraggio e alla gestione delle acque sotterranee per mitigare il rischio di siccità e intrusione salina nelle falde acquifere.
L’emergenza idrica e le strategie di intervento

Foto del ripristino di piezometri dismessi e di una campagna di monitoraggio di acque
sotterranee.
La principale emergenza affrontata da SWAMrisk è la crescente intrusione di acqua salata negli acquiferi costieri, fenomeno aggravato dalla subsidenza e dall’innalzamento del livello del mare. Per contrastare questa minaccia, il progetto ha avviato un ampio programma di monitoraggio delle falde acquifere, combinando tecniche idrogeologiche avanzate con l’uso di modelli predittivi.
Una delle soluzioni chiave è la creazione di un sistema integrato di osservazione che include il ripristino di punti di monitoraggio esistenti e l’installazione di 11

Punti di monitoraggio SWAMrisk dell’intrusione salina dell’acquifero (blu) e dei corsi
d’acqua (gialli). Le stelle indicano le posizioni dei nuovi super-siti: (A, B) Porto Tolle, (C) Porto
Viro, (D) Buoro in comune di Cavarzere, (E) Punta Gorzone e (F) Busiola in comune di Chioggia. Il
rettangolo bianco indica l’area pilota del precedente progetto MoST
nuovi piezometri nei cosiddetti “super-siti”. Questi dispositivi consentiranno di raccogliere dati fondamentali su livello, salinità e temperatura delle acque sotterranee. Tre di questi super-siti rientrano nell’areale di competenza del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo e si trovano nei bacini di Buoro, nel comune di Cavarzere, Punta Gorzone e Busiola, nel comune di Chioggia, migliorando così la capacità di previsione e gestione delle risorse idriche.
Le fasi del progetto e le prospettive future
Il progetto SWAMrisk, avviato nel 2024, ha recentemente completato una fase cruciale di ricognizione e ripristino di punti di monitoraggio dismessi, alcuni dei quali erano stati realizzati nell’ambito del precedente progetto MoST, finanziato dal programma Interreg Italia-Croazia 2014-2021. Attualmente, il progetto si trova nella fase di implementazione del sistema di monitoraggio, che prevede l’installazione di nuove stazioni osservative gestite sia dalla Regione Veneto che dal Consorzio di Bonifica Adige Euganeo.
Entro la seconda metà di marzo 2025, si prevede l’avvio delle procedure per l’affidamento dei lavori e la selezione dell’appaltatore, con l’obiettivo di iniziare i monitoraggi prima dell’estate.
Un impegno congiunto per la sostenibilità idrica
SWAMrisk rappresenta un esempio virtuoso di cooperazione internazionale per la tutela delle risorse idriche. Finanziato dal programma Interreg Italia-Croazia 2021-2027, il progetto coinvolge un consorzio di partner italiani e croati, tra cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Geoscienze e Risorse della Terra (CNR-IGG), la Regione Veneto, il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, l’Università di Spalato e altre istituzioni specializzate.
Grazie a un approccio scientifico avanzato e a una collaborazione internazionale, SWAMrisk promette di offrire soluzioni efficaci per la gestione delle acque sotterranee, contribuendo alla sicurezza idrica e alla sostenibilità ambientale delle aree costiere adriatiche.
Il progetto SWAMrisk, abbreviazione di “Subsurface WAter monitoring and Management to prevent drought risk in coastal systems” (Monitoraggio e gestione delle acque sotterranee per prevenire il rischio siccità nei sistemi costieri), è finanziato nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Croazia 2021-2027 e ha come obiettivo generale quello di migliorare la conoscenza dell’impatto dei cambiamenti climatici sul sistema acquifero della fascia costiera compresa tra la Laguna di Venezia meridionale – Delta del Po (IT) e il delta della Neretva (HR). Il progetto SWAMrisk è realizzato da Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Geoscienze e Risorse della Terra (CNR-IGG), Regione Veneto, Consorzio di Bonifica Adige Euganeo e M3E s.r.l. (partner italiani) e Università di Spalato, Dunea, Aequum Ltd e Croatian Waters (partner croati). L’obiettivo principale è quello di realizzare reti di monitoraggio dei sistemi acquiferi, indagini idrogeologiche e simulazioni modellistiche.